Sono nata in inverno. Sono nata “prima”. A metà dicembre 1993, in tarda mattinata. Sono nata in un mese che non doveva essere “il mio”, in un anno che non doveva essere “il mio”. Sarei dovuta nascere a gennaio 1994, i primi giorni dell’anno. A mia madre hanno consigliato di farmi gareggiare negli sport, perché sarei stata la più giovane tra quelli del mio anno, perché questo mi avrebbe avvantaggiata. Sono nata prematura di quasi tre settimane. Un momento prima ero nel ventre di mia madre, immersa nel mio tempo, e un attimo dopo ero “fuori”, nel tempo degli altri: un “
L'inizio di un libro che non ho scritto
L'inizio di un libro che non ho scritto
L'inizio di un libro che non ho scritto
Sono nata in inverno. Sono nata “prima”. A metà dicembre 1993, in tarda mattinata. Sono nata in un mese che non doveva essere “il mio”, in un anno che non doveva essere “il mio”. Sarei dovuta nascere a gennaio 1994, i primi giorni dell’anno. A mia madre hanno consigliato di farmi gareggiare negli sport, perché sarei stata la più giovane tra quelli del mio anno, perché questo mi avrebbe avvantaggiata. Sono nata prematura di quasi tre settimane. Un momento prima ero nel ventre di mia madre, immersa nel mio tempo, e un attimo dopo ero “fuori”, nel tempo degli altri: un “